Itinerari di trekking, natura e arte tra la valle del Calore e dell’Alento
Circondata da monti e colline, distese di boschi e dalle gole del fiume Calore, Magliano Vetere in provincia di Salerno, offre numerosi itinerari di trekking per gli amanti dell’escursionismo e luoghi di interesse culturale di grande importanza. Il territorio si compone di tre borghi: Capizzo (il primo giungendo da Salerno) poi Magliano Vetere e Magliano Nuovo.
Già la strada percorsa per raggiungere il paese lascia comprendere le caratteristiche del luogo, numerosi sono gli scorci degni di essere racchiusi in uno scatto anche per gli amanti della fotografia all’aria aperta.
L’antica Malleanum venne fondata dai popoli per la necessità di ripararsi dalle incursioni di popoli predatori che giungevano dal mare infestando il territorio del Cilento. Questi popoli avevano fondato il loro primo nucleo abitativo lungo il fiume Alento e il fiume Calore. Poi fu per l’incursione dei Barbari che questa popolazione riparò sulle colline fondando due nuclei abitativi distinti, uno sul monte Ceglie e uno sulla collina dove è oggi Magliano nuovo.
Prima di arrivare a Magliano presso la frazione di Capizzo è possibile visitare l’EcoMuseo Virtuale e Centro Visita che permette di conoscere il territorio attraverso una sala immersiva ed interattiva con installazioni multimediali attraverso cui scoprire il patrimonio ambientale e culturale di Magliano e del Cilento. In un’altra installazione si incontra invece il capitano garibaldino Michele Morra che offre informazioni su luoghi, usi, costumi e tradizioni locali. Sono previsti anche viaggi sensoriali di tipo sonoro ed olfattivo da parte dei diversamente abili e non vedenti.
Per gli amanti delle passeggiate in altura si segnala la presenza, in prossimità dell’abitato, del Santuario rupestre di San Mauro incastonato in uno sperone di roccia e raggiungibile attraverso un ripido sentiero che parte dal paese. Il Santuario fu costruito dopo la venuta nel territorio dei monaci basiliani all’inizio dell’VIII secolo, in seguito alle lotte iconoclaste, che crearono usi e costumi, itinerari di culto e ricorrenze che ancora oggi si conservano come la processione dell’11 luglio fino al Santuario nel giorno della festa per San Mauro. Dietro l’altare si trova il pozzo con l’acqua miracolosa. Le sere prima della festa gli abitanti accendono dei fuochi sulla montagna, i cosiddetti Focari, un’usanza molto antica che serviva per comunicare l’inizio della festa ai paesi vicini.
A Magliano Vetere ha sede il Museo Paleontologico che custodisce numerosi reperti fossili trovati nel massiccio dei Monti Alburni, nella dorsale dei Monti Vesole-Chianiello.
Si segnala la presenza del Santuario rupestre dedicato a Santa Lucia a ridosso della Rupe Rossa, raggiungibile attraverso un suggestivo percorso scavato nella parete rocciosa. Molto suggestiva è l’usanza di lasciare nelle cavità naturali della grotta delle candele accese.
A Magliano Nuovo si trova Pietra Perciata, passaggio naturale che univa la valle del Calore a quella dell’Alento e intorno all’anno 1000 consentiva ai viaggiatori di raggiungere le aree più interne. Il passaggio avveniva dietro pagamento di una gabella, e faceva parte di uno dei quattordici valichi del sud Italia con diritto di pedaggio. In origine il passaggio era chiuso nella parte superiore da un masso costituendo così un breve tunnel, attraverso cui si dice sia passato anche Parmenide per raggiungere Laurino dove era il ginnasio partendo da Elea.
Da Pietra Perciata parte un percorso di trekking che giunge a Felitto, lungo il percorso si può vedere il ponte medievale costruito completamente in pietra e il Ponte di Preta Tetta un masso calcareo staccatosi dalla montagna che ha dato vita ad un ponte naturale.
A Magliano Nuovo da non perdere la visita della Chiesa di Santa Maria dell’Assunta che ha origini trecentesche con rimaneggiamenti nel ‘600. All’interno è conservata una statua lignea di Santa Irene (patrona del paese) opera di Domenico Venuta e un antico fonte battesimale. La cripta ripete la medesima scansione dello spazio in tre navate della chiesa. Il restauro della chiesa è stato finanziato dai cittadini e sono stati messi in luce i pilastri e l’arco della cappella laterale. Nella sacrestia è presente la botola da cui si accedeva ai sotterranei con una iscrizione “Per questa via passiamo tutti”.