Tre curiosità su San Gennaro: è davvero nato il 21 aprile?

Acta Bononiensia, il testo agiografico del VI secolo sulla vita del Santo napoletano

Tutte le notizie che abbiamo sulla vita di San Gennaro derivano principalmente dagli “Acta Bononiensia“, un testo agiografico che risale al VI secolo d.C. che ha già al suo interno numerosi elementi fantastici, volti a sottolineare la straordinarietà delle vite dei Santi che descrive e predilezione che Dio ha avuto per loro, concedendo facoltà di operare numerosi miracoli.

Tra le fonti che parlano di San Gennaro ci sono però anche gli “Atti Vaticani” (VIII – XI secolo), il “Calendario Cartaginese” (505), il “Martirologio Geronimiano” (V secolo), il “Menologio di Basilio II” (985). Tutte sono abbastanza concordi nel definire la sua data di nascita: il 21 aprile del 272.

Vi propongo tre curiosità che (forse) non conoscete sul Santo napoletano.

Il suo nome era Procolo

Il suo nome non era Gennaro, ma molto probabilmente Procolo. Apparteneva alla Gens Januaria, casta preposta al culto del dio bifronte romano Giano, quindi Gennaro al massimo si potrebbe dire che era il cognomen (anche se una fonte, gli “Acta Boloniensa”, lo descrivono come appartenente ad una famiglia povera e perse la madre in giovane età).

Fu eliminato dal calendario dei santi

Dal 1963 al 1965, durante il Concilio Vaticano II, la Congregazione dei riti scelse di eliminare San Gennaro dal calendario dei santi: la riforma liturgica del 1969 completò questo processo, dichiarando insufficienti le testimonianze del fatto che egli fosse realmente esistito. Ciò causò una vera e propria ribellione del popolo napoletano, che costrinse la Congregazione a dare culto al santo, ma soltanto nel capoluogo partenopeo: i napoletani la presero bene e reagirono con l’iconica ironia del popolo partenopeo (celebri gli striscioni con scritto “San Gennaro futtitenn“).

Non sempre il sangue si è sciolto

Non sempre il sangue si è sciolto, in alcuni anni non è avvenuto, e questo è stato di cattivissimo auspicio non solo per Napoli, ma per l’intera Campania. Giusto tre esempi: 1939 (Seconda Guerra Mondiale); 1974 (arriva il colera a Napoli); 1980 (terremoto in Irpinia).

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