L’esposizione fino a giugno presso l’Archivio Storico del Banco di Napoli
Dopo il grande successo della esposizione a Palazzo Chigi ad Ariccia, arriva nella suggestiva cornice dell’Archivio Storico del Banco di Napoli il quadro di Caravaggio che rappresenta la Presa di Cristo. Esso si unisce agli altri quadri del Maestro presenti in Città: il Martirio di Sant’Orsola alle Gallerie d’Italia, le Sette Opere di Misericordia al Pio Monte della Misericordia e la Flagellazione di Cristo, pensata per la Chiesa di San Domenico ma conservata al Museo di Capodimonte ed oggi in prestito temporaneo al Museo Diocesano Donnaregina. Nel giro di pochi chilometri quadrati abbiamo quindi ben quattro tele del tormentato genio protagonista del barocco, ed in Città è subito Caravaggiomania!
La Presa di Cristo ha una storia particolare ed avventurosa: fu individuata dal critico d’arte Roberto Longhi nel 1943 a Firenze, nella collezione dell’avvocato Ladis Sannini. La tela si presentava in buono stato ma venne considerata una copia da Caravaggio e come tale fu esposta nella Mostra a Milano del 1951 Caravaggio ed i Caravaggeschi. Dobbiamo quindi aspettare il 2004 e l’accurato restauro per potere ascrivere al Merisi la paternità dell’opera. Si ricostruì quindi la genesi del dipinto, a partire dall’ultimo proprietario, il Principe Ruffo di Scilla, andando a ritroso fino al committente, Ciriaco Mattei. Lo ebbe in eredità il fratello Asdrubale nel 1624, che commissionò ai più grandi pittori del tempo come Pietro da Cortona e Valentin de Boulogne, una serie di dipinti a tema cristologico per accompagnare il Caravaggio. Sappiamo dalle ricevute di pagamento che Caravaggio fu pagato per l’opera 125 scudi e che fornì anche la cornice di legno con dorature, che tuttora accompagna la tela e che è tipica delle opere del periodo romano. I mattei incaricarono l’Artista di dipingere anche un’altra Presa di Cristo, stavolta ambientata nell’Orto del Getsemani e con una folla che assiste alla scena. Anche questa tela rimase nella collezione di famiglia fino alla vendita, nel 1802, con l’attribuzione a Gherardo delle Notti. Dopo vari passaggi di proprietà fu venduta alla dottoressa irlandese Mary Lea-Wilson, che ne fece dono alla Chiesa di Sant’Ignazio a Dublino. Questa seconda versione è stata attribuita al Caravaggio di recente ma non è semplicemente una copia della precedente, possiamo infatti considerarli quadri autonomi ed indipendenti.
La tela napoletana permette di entrare appieno nel mondo del Merisi, fatto di peccato e grazia, colpa e perdono, tradimento ed amore. La scena si svolge in un contesto buio perché l’Artista vuole che l’attenzione si concentri non sul superfluo e ciò che sta intorno, ma sul fatto principale al centro della tela. Il braccio del soldato con la corazza scura che cinge il collo di Cristo sembra quasi fornire all’opera una sorta di tridimensionalità l’uso della luce e delle ombre fa si che il tutto appaia profondamente realistico. Questo processo è aiutato anche dalla scelta di inserire, a sinistra, una figura che urlando scappa. Il braccio proteso verso l’esterno suggerisce appunto una continuità spazio temporale che noi non vediamo, ma percepiamo. E’ questa la grandezza di Caravaggio, la sua pittura sembra quasi il fotogramma di una scena di un film. Per l’occasione, il pubblico potrà visionare gli originali di tre documenti custoditi dall’Archivio Storico del Banco di Napoli, relativi al soggiorno del pittore lombardo a Napoli: la committenza del mercante Nicolò Radolovich al Maestro per una pala d’altare mai realizzata (6 ottobre 1606), il pagamento per le Sette opere di Misericordia (9 gennaio 1607), ed infine un documento dell’11 maggio 1607 relativo alla Flagellazione di Cristo.
Caravaggio. La presa di Cristo dalla Collezione Ruffo
a cura di Francesco Petrucci e don Gianni Citro
Palazzo Ricca
Via dei Tribunali 213
dal 3 marzo al 16 giugno 2024
Tariffe:
Intero 10,00 €
Ridotto (da 12 a 17 anni e scuole) 5,00 €
Gratuito (da 0 a 11 anni e disabili con accompagnatore)
L’acquisto del biglietto dà diritto all’accesso all’esposizione, alla visita alla sezione documenti su Caravaggio e al percorso multimediale del Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli.
Orari:
Dal martedì alla domenica dalle ore 10.00 alle ore 18.00 (ultimo ingresso ore 17.15)
Lunedì chiuso.