Viaggio nella street art di Airola

In Wall We Trust trasforma il borgo sannita in un laboratorio creativo internazionale

muri di Airola diventano tele per costruire ponti tra culture, in uno spirito di unione che travalica nazionalismi e appartenenze politiche e religiose.

Un viaggio attraverso il mondo degli street artist che, ogni anno, arrivano in questo, borgo della Valle Caudina,in provincia di Benevento, per dare sostanza a moderne forme di comunicazione e, contestualmente, dare vita a una sorta rigenerazione urbana in contesti altrimenti vittime di incuria e degrado.

In Wall We Trust è il nome dell’associazione artistico-culturale no-profit che si è data come obiettivo quello di unire in un unico filone l’arte, la cultura, la socializzazione e l’aggregazione tra persone. 

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Il tutto avviene attraverso un festival, organizzato e curato dallo street artist campano Domenico Tirino (in arte Naf-Mk) insieme a Caterina Ceccarelli, dedicato esclusivamente alla street art che non avviene in contesti metropolitani ma che trova la sua “tela da dipingere” nelle facciate delle case che popolano il borgo sannita. 

Ad ogni edizione, il progetto si arricchisce di nuove opere realizzate da artisti di ogni nazionalità, sesso o razza che, come ci spiegano gli organizzatori, “spontaneamente offrono i loro lavori, non importa se siano stickers o posters”. 

Insomma, una “chiamata artistica” a tutti gli effetti che da voce a chiunque voglia partecipare.

Airola con la street art diventa un laboratorio creativo di trasformazione, che attraverso la conoscenza, la valorizzazione e la tutela del territorio prova ad offrire una nuova risorsa economica che possa favorire crescita e sviluppo.

Un progetto che al momento ha visto la realizzazione di 11 murales che si combinano perfettamente con il territorio. Così, aggirandosi per le strade del paese, si può ammirare l’armonia e l’equilibrio nell’opera dell’artista ucraino Sasha Korban, o il tributo alle donne pittrici e artiste del passato e del presente realizzato da Camilo Nùñez e Florencia Durán, due uruguagi che hanno dato via al Colectivo Licuado, fino ad arrivare alla preghiera realizzata dal messicano Secreto Rebollo, tanto per fare qualche esempio.

Le opere:

PASILO di Milu Correch (Argentina) – Via Nicola Romano (41.0630724, 14.556648)
In un mondo frammentato e privo di certezze, l’artista argentina Milu maschera le sue piccole creature perché il travestimento le renda più forti. Le maschere delle due bimbe, che giocano in un vicolo, sono di un bianco candido simbolo di purezza e assumono le sembianze di un lupo, di un gatto, di una volpe: la forza e la furbizia contro il caos da affrontare. Milu riattualizza il relativismo di Pirandello smussandone la drammaticità delle personalità ricorrendo a dei soggetti non adulti. L’eterna infanzia, per l’illustratrice che vive e lavora a Buenos Aires, è necessaria per recuperare la spontaneità, la fantasia, la creatività, rigenerando la propria condizione e concedendosi uno spiraglio di luce. Le due creature del Limbo di Milu diventano così oggetto di speranza.

HARMONY di Sasha Korban (Ucraina) – Via Lavatoio (41.0630625, 14.5610722)
“Con questa opera simbolica ho voluto dimostrare l’importanza dell’armonia e dell’equilibrio in tutto e, soprattutto, trovare queste cose dentro se stessi. Personalmente, la partecipazione a questo progetto è stata un’esperienza incredibile, per questo ringrazio gli organizzatori per l’invito, per avermi dato l’opportunità di creare un opera in un luogo meraviglioso. Sono anche grato ai cittadini di Airola con i quali ho parlato ogni giorno e che mi hanno colpito per la loro energia positiva, per l’ospitalità e per il cibo delizioso” – queste le parole di Sasha Korban, artista ucraino che vive e lavora a Kiev, autore dell’opera Harmony che raffigura una ballerina in punta di piedi che, nella mano destra, regge una cup cake.

PREPARING DINNER di Dimitris Taxis (Polonia) – Corso Caudino (41.0558916, 14.5573167)
La preparazione della cena è la scena che l’artista polacco Dimistri Taxis ha raffigurato nella sua opera realizzata in Corso Caudino. Un luogo frequentato da diversi cittadini di Airola, in particolare anziani, che “vengono qui per rilassarsi nel pomeriggio, quindi ho voluto descrivere qualcosa di molto comune ha tutti” – ha dichiarato lo street artist polacco che oggi vive e lavora ad Atene. L’opera raffigura una donna in cucina nel momento in cui taglia una cipolla, “prodotto tipico di Airola e di Atene”.

IL RITO di Naf-Mk (Italia) – Rione San Donato (41.063183, 14.5615704)
Si tratta della prima opera di street art di Airola, realizzata  dall’artista locale Naf-Mk che divide la sua produzione tra piccoli interventi in strada e opere in studio, affrontando temi sociali e spinosi come la guerra, le disuguaglianze sociali, la globalizzazione nell’era moderna. Per l’opera realizzata nella sua città natale, l’artista, che è tra i  i fondatori di In Wall We Trust, fa ricorso ad “un ricordo infantile, quando in occasione della festa di San Biagio i piccoli di tutto il paese venivano portati al Rione San Donato per il rito dell’olio, che veniva messo, attraverso una piuma, sulla gola dei bambini, in segno di protezione. Poichè la tradizione va avanti, per quest’opera ho ritenuto opportuno ritrarre una bambina del Rione, la piccola Stella”.

TRIBUTO A LAS MUJERES PINTORAS Y DIBUJANTES DEL PASADO Y PRESENTE del Colectivo Licuado (Uruguay) – Via Casale di Sopra (41.0565618, 14.552157)
Si tratta di un’opera che rende omaggio alle donne pittrici e artiste del passato e del presente e realizzato dal Colectivo Licuado che nasce dall’amicizia degli artisti uruguagi Camilo Nùñez e Florencia Durán, che così spiegano la loro opera: “Nella storia parliamo sempre dei grandi maestri, se andiamo in un museo più del 90% sono pittori maschi, se pensiamo a ciascuno dei nostri pittori che hanno fatto la storia, la stragrande maggioranza sono uomini. È tempo di riscrivere la storia perché i grandi maestri possono essere donne e questo ci rende orgogliosi. Quale posto migliore per rendere omaggio alla nostra passione che l’Italia, culla dell’arte”.

SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO di Mohamed Lghacham con Alba Trench (Marocco) – Via Caudisi (41.0584451, 14.5578158)
Creazioni di scene di vita quotidiana combinate con l’immaginario visivo della fotografia del tardo XX secolo, un misto di pittura e tecniche classiche unite al muralismo più contemporaneo sono alla base delle opere dell’artista Mohamed Lghacham che firma due dei murales di Airola. Il primo, dal titolo “Si stava meglio quando si stava peggio”, ritrae una donna seduta a tavola e guarda lo spettatore osservando a sua volta una vecchia foto. Un ricordo, un tuffo nel passato quello realizzato dall’artista marocchino che invita a riflettere su come tutto sia cambiato con l’avvento della tecnoclogia.

EL CUMPLEANOS DE MIMMO (Il compleanno di Mimmo) di Mohamed Lghacham con Alba Trench (Marocco) – Via Salvo D’Acquisto (41.0627895, 14.5635901) 
Il compleanno di Mimmo è la seconda opera realizzata dall’artista marocchino Mohamed Lghacham ad Airola. Il pittore e muralista, giunto nel borgo sannita insieme all’artista e compagna di vita Alba Trench, ha voluto ritrarre una scena usuale della vita italiana: la foto del bambino che compie gli anni ritratto con la torta e la bottiglia di spumante. I lavori di Mohamed Lghacham sono principalmente figurativi con un carattere realistico e tocchi impressionistici.  

CURAMI di Luis Gomez De Teran (Venezuela) – Piazza Tribunali, Rione Borgo (41.0629403, 14.5586517)
Anche l’artista venezuelano, nativo di Caracas, Luis Gomez De Teran è autore di due opere sui muri di Airola. Classe 1980, Gomez, che ha vissuto tra Londra, Berlino e Roma, trae ispirazione per la sua arte dalla pittura barocca e, in particolare, dalla scuola del Caravaggio. I temi preferiti sono quelli leggendari. Si ispira, infatti, alla mitologia greca e cristiana per realizzare le sue opere. In Curami l’artista trae spunto da un fatto di cronaca, ovvero l’incendio di un immobile da destinare a un centro di accoglienza e al fenomeno di rabbia e razzismo che ne è scaturito. La donna raffigurata è la nonna dell’artista che ricuce due lembi di stoffa, seppur diversa, insieme. “La cura per certi mali possiamo essere solo noi stessi” – spiega Gomez.

COME GOCCE D’ACQUA di Luis Gomez De Teran (Venezuela) – Corso Matteotti (41.0629403, 14.5586517)
Si lascia ispirare dalla storia di Airola, Luis Gomez De Teran, quando decide di realizzare l’opera dal titolo “Come gocce d’acqua”. Proprio da Airola e dalla sue sorgenti del Fizzo partono le acque che sgorgano dalle cascate delle fontane della Reggia di Caserta: Airola è raffigurata come una bambina che porge una brocca d’acqua alla madre, Caserta.

MARCHI di Ramsteko (Messico) – Piazza Caduti di Nassirya (41.0623851, 14.5538701)
“Quello che hai immaginato sarà la tua protezione. La speranza sarà il tuo rifugio per mostrare meno dolore, ma nella testa milioni di pensieri esplodono dall’interno, trasformando la casa in una trappola, con viscere di ferro ripiegate e arrugginite, ti afferrano per le costole e ti sfiancano, non ti facilitano il cammino, ma diventano il peso maggiore”. Si ispira al suo stesso testo lo street artist Ramsteko, originario di Tijuana, Messico, classe 1990, autore dell’opera Marchi realizzata nell’ex piazza Mercato. Le sue idee prendono forma dalla necessità di creare e rivoluzionare la grafica figurativa in un modo più formale mescolando elementi di graphic design con basi della figura umana, sempre dando un messaggio ben preciso allo spettatore sia su muro che su tela.

PREGHIERA di Secreto Rebollo (Messico) – Via Lavatoio (41.063183, 14.5615704)
Le mani giunte in preghiera circondate da una corona di spine, che simboleggia il dolore; le cicatrici, che ci ricordano i dolori passati e, allo stesso tempo, ci rendono più forti, quasi fossero un dono prezioso per la nostra vita soprattutto quando incontrano l’amore e la redenzione: si intitola Plegaria (la preghiera) la prima opera realizzata in Italia dallo street artist messicano Secreto Rebollo, “Il Gigante Messicano”, classe 1985, cresciuto nel quartiere “Cerro del 4”, un antico vulcano inattivo nella zona di Guadalajara, a Tlaquepaque, nello stato messicano di Jalisco, una delle aree più difficili del Messico, dove, grazie ai graffiti, è riuscito ad uscire dalla spirale di violenza delle strade. 

Ecco il video dell’intervista realizzata con l’artista dagli organizzato di In Wall We Trust:

¿JUGAMOS? (Giochiamo) di Gabriela Ayza (Spagna/Germania) – Piazza Caduti di Nassiriya (41.0623851, 14.5538701)
Giochiamo è l’iconico titolo dell’opera realizzata dall’artista ispano-tedesca Gabriela Ayza nel corso della IX edizione della manifestazione. L’artista nata a Colonia nel 1991 ha partecipato a sorpresa all’edizione 2019 del festival. Gabriela ha rappresentato un mondo in cui gli adulti giocano e in cui si vive consapevoli di non essere eterni. Dove ci è permesso di appenderci al soffitto e ballare in aria.

MY FATHER, LITTLE PAT AND OUR ANCESTORS di L.E.O. (USA) – Via Cesare Crisci (41.063397, 14.561860)
La storia degli afroamericani deportati per diventare schiavi è il soggetto dipinto dall’artista statunitense L.E.O. nella sua opera My Father, little pat and our ancestors, realizzata sui muri di Airola nel 2019. L’opera maestosa e imponente racconta anche di un messaggio universale: ovvero il rispetto verso i nostri antenati, l’amore per la famiglia, la voglia di riscatto sociale.

LA STREGA di Ivan Floro (Spagna) – Piazza Caduti di Nassiriya (41.0623851, 14.5538701)
Ispirato alla leggenda delle streghe di Benevento è il murales realizzato dall’artista spagnolo Ivan Floro nel corso dell’edizione 2019. “La Strega” si ispira alla storia dell’antica Maleventum e oggi conosciuto anche grazie al marchio Strega Alberti, di cui una delle più celebri locandine pubblicitarie viene riprodotta in alto a sinistra dell’opera.

Si ringraziano gli organizzatori di In Wall We Trust per le foto.

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