Un angolo di paradiso tra il profumo dei limoni e il celeste del mare cristallino
Il toponimo ‘Torre’ deriva sicuramente da un piccola fortificazione di cui oggi non si riscontra più traccia, esistenze già al tempo dell’antica Repubblica Amalfitana (839-1131).
Il villaggio, che si trova sulla collina meridionale di Minori, in provincia di Salerno, si sviluppa intorno alla strada pedonale che collega il centro cittadino con la vicina città di Maiori e si articola su strade che conducono ad altrettante vie e località: nell’area a sud della chiesa parrocchiale, dedicata a San Michele Arcangelo, si trovano via dell’Annunziata, che conduce al campanile di epoca normanna annesso ai ruderi dell’omonima chiesa, il ‘Belvedere Mortella’, il ‘Cortile’ e via Traglio, conosciuta comunemente come ‘rind’ o’ traglio’; a nord della chiesa parrocchiale, invece, si trovano via San Marco alla Torretta, via San Giuseppe, la Fossa Lupara, cioè un ambiente caratterizzato da oliveti, vigneti, carrubeti e castagneti e il sentiero che conduce alle località di Martelluzzo, Sangineto, Mandrino, Pontomena e Sambuco, nonché alla chiesa e convento di San Nicola ubicati sul Monte Forcella.
Il villaggio è caratterizzato dalla presenza costante della struttura abitativa del casale, ovvero piccoli agglomerati di case tipicamente rurali provviste di cantine, magazzini e servizi, a stretto contatto con i giardini – i cosiddetti ‘terrazzamenti’- destinati essenzialmente alla coltivazione del limone. Nel villaggio, infatti, fino agli anni Novanta del Novecento, era attivo il più grande fondo di limoni della Costiera Amalfitana, con la produzione di circa 2500 quintali annui, in prevalenza venduta all’estero, e capace di impiegare nelle attività di confezionamento, imballaggio e trasporto dei limoni intere generazioni di famiglie contadine.
In una relazione sulla città di Minori, inviata al Governo Napoletano nel 1628, si legge che “i frutti più frequenti della sua terra sono limoni e limoncelli, dei quali caricano le barche per Roma…(…): questi frutti nascono particolarmente nel luogo detto Torre”. Inoltre, così come esplicita lo storiografo amalfitano Matteo Camera nel suo volume Memorie Storico-Diplomatiche dell’Antica Città e Ducato di Amalfi, dai registri angioini risulta che il re Carlo I nel 1279 “volendo fare acquisto di piante fruttifere per arricchire il suo giardino di fresco fatto costruire a Siponto (l’attuale Manfredonia, in Puglia) desiderò avere da Minori delle piante di arance”.
La favorevole posizione del luogo e le ottime condizioni climatiche hanno contribuito a determinarne l’aspetto, così come dimostrano i terrazzamenti ricavati da muri a secco, i quali si approvvigionano delle acque necessarie dai canali di Torre e del Guasto, realizzati appositamente per le necessità irrigue.
a cura di Luigi Reale