Alla scoperta delle radici dell’arte bianca gragnanese, ammirata in tutto il mondo
Dalla pasta alla tradizione, passando per l’arte: itinerario caratteristico dei punti nevralgici della città di Gragnano, rinomata per il culto dell’arte bianca e per la tradizione presepiale. Percorso adatto per qualsiasi periodo dell’anno nonostante alcuni eventi che centralizzano l’attenzione alcune date specifiche, precisate nell’itinerario. Percorribile in auto, moto e, volendo, anche a piedi, in modo da ammirare con cura le vie del centro storico, zona in cui sono incentrati tutti i punti d’interesse.
Ci si arriva attraverso l’Autostrada A3 Napoli – Salerno ed uscendo a Castellammare: ci si mantiene sulla sinistra proseguendo per la SS145 seguendo le indicazioni per la Costiera Sorrentina, prima di uscire a Gragnano. All’uscita dalla SS145 svoltare a destra e proseguire fino al centro cittadino.
Appena arrivati al centro storico di Gragnano, in via Roma, sorge lo showroom del Premiato Pastificio del Cav. Olimpo Afeltra, la Maccaroneria Afeltra, tra i più antichi della città e conosciuta in tutto il mondo perché fu il primo a lanciare, all’inizio del 1800, il celebre formato dei “maccheroni”. Sia durante le celebrazioni per la “Festa della Pasta” che all’interno del palazzo è possibile degustare i piatti tipici della tradizione culinaria gragnanese. Per i più curiosi, sarà possibile assistere, tramite prenotazione, al ciclo produttivo della pasta nelle sue varie fasi di lavorazione.
Uscendo dal pastificio, proseguendo verso destra in Via Roma, percorriamo il centro storico e nevralgico della città. Per gli appassionati di shopping, negozi aperti ed accessibili per tutti i tipi di tasche. Si prosegue per Via Pasquale Nastro fino ad arrivare in Piazza Aubry, sede della Cattedrale del Corpus Domini. Monumento edificato commissionato nel 1555 ed ultimato nel 1571. Inizialmente di immagine tardo – rinascimentale, subì notevoli modifiche per poi diventare di gusto barocco. Nella prima metà del XVIII secolo fu collocata sul soffitto una tela, dipinta da Francesco M. Russo, tra le più grandi d’Europa, grazie alla sua superficie di 400 mq. Ben due terremoti, però, la danneggiarono notevolmente, ma non le impedirono il suo impreziosirsi: al suo interno c’è un monumentale organo con cantoria, alcune opere di Luca Giordano e, ai lati del presbiterio, le cappelle intitolate al Santissimo Sacramento e a San Sebastiano, patrono della città, festeggiato il 20 gennaio con la sua processione.
Usciti dal Corpus Domini, sulla sinistra c’è un vicolo stretto in leggera salita, Via San Nicola dei Miri, strada che porta alle scale del Santuario della Madonna del Carmelo. Chiesa edificata nella prima metà del XVI secolo. Inizialmente conteneva la statua di San Sebastiano, ceduta alla Chiesa del Corpus Domini nel 1852. Ben presto aumentò il culto per la Vergine del Carmine, che si legò alla protezione dei pastai, attività fiorente sin da quel periodo. La festa della Madonna del Carmelo, per questo motivo, è la più sentita a Gragnano: tali festeggiamenti durano 15 giorni, durante i quali oltre alle novene e alle omelie di predicatori francescani, si celebrano due processioni.
Riscendendo da Via San Nicola dei Miri, si prosegue per 30 metri sulla destra dove si trova, nell’omonima via, il Presepe di Gragnano. Dovuto alla passione e all’ingegno degli artigiani locali, gli hanno dato via nel 1969, grazie soprattutto al compianto Maestro Pasquale Cesarano. Collocato in un’area del paese dall’ambiente rurale, all’inizio della Valle dei Mulini, contribuisce a dare un tocco realistico al complesso. L’8 dicembre, giorno di apertura al pubblico del presepe, vi è la processione del Bambin Gesù.
Usciti dal Presepe, ci si ritrova immersi nella natura. Proseguendo per Via del Presepe, nel cuore di Gragnano, sorge la Valle regina degli albori dell’attività produttiva gragnanese: la Valle dei Mulini. I mulini, costruiti nella seconda metà del XIII secolo, sfruttavano le acque del vicino torrente per velocizzare il processo di fabbricazione della pasta. Si contavano circa trenta esemplari attivi, poi andati via via in disuso fino a divenire interessanti esempi di archeologia industriale. L’intera valle è stata resa percorribile, anche a mezzo auto ed in notturna, grazie all’illuminazione delle strutture ed è completamente gratuita.
Per i golosi, in particolare quelli della cucina tipica gragnanese, ritornati in via del Presepe si prosegue per Via Agerola ove, sulla sinistra, c’è il Ristorante “San Nicola dei Miri”: ottimo per chi è una buona forchetta ma non vuole spendere molto.