Fresella e Tramonti doc: la fresca pausa estiva

Abbiniamo uno degli elementi della cucina povera partenopea con un vino della Costa d’Amalfi

E’ rotonda e biscottata;
a vedersi non è bella,
ma nel Sud è molto amata.
Questa, amici, è la fresella.
All’inizio sembra dura,
ma con l’acqua si fa molla.
È nutriente e duratura,
Può sfamare anche una folla.
Olio, sale e pomodoro,
dopo averla un po’ bagnata:
ma che gran capolavoro,
la famosa caponata!

La fresella altro non è che una fetta di pane messa nuovamente nel forno e quindi cotta  due volte ma basta, come si dice a Napoli, “spugnarla” con un po’ d’acqua, ed ecco che quel pane lo si ritrova pronto all’uso.

Il termine “Fresella” deriva probabilmente dal latino “frendere”, che vuol dire macinare, pestare, stritolare. Plinio usava questo verbo nell’accezione di ridurre in piccoli pezzi e da questa stessa radice proviene l’aggettivo friabile. Ed è esattamente questo il destino della croccante e ruvida fresella: più o meno ammorbidita nell’acqua o negli altri liquidi e sminuzzata senza alcun riguardo.

Probabilmente esiste al Sud fin dal 1300: venduta in strada dai tarallari, era un cibo povero ma nutriente base della caponata, nata come cibo povero e da viaggio, è col tempo diventata perfetta anche per le diete e come fresco alimento estivo. Gli ingredienti? Fresella, olio extravergine, pomodoro e un pizzico di sale gli ingredienti di base, ma si possono poi aggiungere fiordilatte, acciuga e olive verdi. Ma vediamo nel dettaglio come procedere.

Ingredienti per 4 persone: 
pomodorini del piennolo del Vesuvio,
4 freselle cotte a fascine di S. Sebastiano al Vesuvio,
alici sotto sale cetaresi,
fiordilatte di agerola,
olio d’oliva,
basilico,
sale q.b.

Preparazione:  immergete per pochi istanti nell’acqua le freselle. Una volta bagnata al punto giusto preparate il condimento. Prendete una ciotola e tagliate il fior di latte a dadini, i pomodorini a pezzetti piccoli, aggiungete le alici di cetara, ovviamente dissalate sotto acqua corrente, le olive (snocciolate se lo preferite) e condite con olio e sale seconde  il vostro gusto. Fate riposare il tutto qualche minuto in modo che gli ingredienti si insaporiscano e nel frattempo adagiate le freselle su un piatto da portata. Mettete il condimento su ogni fresella e finite guarnendo con abbondanti e profumate foglie di basilico. Potete anche spezzettare la fresella e aggiungerla al condimento e mischiare tutto.

Pronta la caponata non ci resta che fare un salto in cantina per scegliere il vino più adatto.

Tramonti, cuore verde della Costiera Amalfitana, qui già dall’epoca romana si producono fiordilatte e formaggi eccellenti, salumi, ortaggi e… vino.

Su ripide terrazze strappate scavate nei fianchi delle montagne, si coltivano uve autoctone dalle quali si ottiene il Tramonti Costa d’Amalfi DOC.

Apicella è il marchio storico della viticoltura della Costa d’Amalfi. Primo a imbottigliare il vino a Tramonti, vero polmone agricolo e presidio della biodiversità del territorio, ha sempre bilanciato la sua produzione con uno stile tradizionale e non strillato.

L’attività inizia ufficialmente nel 1977, ma il vero e proprio lancio avviene con il riconoscimento della Doc, nel 1993. Ora in azienda Giuseppe è affiancato dai figli Fiorina e Prisco, laureato in Enologia, tutti insieme danno vita a circa 50.000 bottiglie l’anno, suddivisi tra diverse etichette, tra questi il Tramonti Costa d’Amalfi DOC, Rosso, Tintore e Per’ e Palummo, colore rosso intenso cardinalizio, dai rilessi violacei. Alla nota fruttata di frutti rossi accompagna una gamma di profumi di rovo e speziati. Ha un ottimo connubio tra acidità, tannicità e morbidezza che lo rendono pieno ed equilibrato. Vino dalla struttura forte e di vita lunga. Caponata e tramonti rosso un connubio fatto per essere condiviso con gli amici nelle calde sere d’estate, il risultato è stupefacente!

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