Reperti del territorio vesuviano e la villa Regina, il museo dal grande valore didattico
L’antiquarium di Boscoreale “Uomo e ambiente nel territorio vesuviano” permette di conoscere come si svolgeva la vita nel territorio vesuviano duemila anni fa. Non solo opere d’arte antica ma anche reperti che raccontano la vita quotidiana d’un tempo, vero gioiello di valore inestimabile e di estremo interesse didattico, sono esposti nelle sale che compongono il Museo a pochi passi dalla villa rustica cosiddetta della Regina, esempio di insediamento agricolo produttivo destinato alla viticoltura.
I reperti esposti provengono dai siti archeologici di Pompei, Ercolano, Stabiae, Oplontis, Terzigno e Boscoreale e attraverso questi si ricostruisce l’ambiente naturale antico, le attività produttive e lo sfruttamento delle risorse naturali del territorio.
La prima sala
Nella prima sala vengono ricostruite le varie caratteristiche fisiche del territorio e le principali attività umane con un approfondimento nell’area centrale sugli usi delle sostanze vegetali ed animali, medicina, cosmesi, mondo religioso, tessitura. Tra questi si segnalano i frammenti di rete da pesca proveniente da Ercolano, l’anfora con garum di cui restano ancora i residui solidi, squame e lische, acini d’uva ritrovati in una villa rustica del territorio stabiano, olive rinvenute a Pompei, una tavoletta cerata dal complesso dei Triclini di Moregine.
Nella sezione dedicata al verde urbano di particolare interesse è l’affresco con Hortus conclusus proveniente dalla Villa Imperiale di Pompei che riproduce uno schema di giardino reale del tempo. Per quanto riguarda l’allevamento è conservato il calco di maiale rinvenuto in un cubicolo della villa rustica della Regina, l’allevamento dei suini era particolarmente diffuso nelle fattorie fuori Pompei; particolare è anche il contenitore per ghiri (glirarium), allevati perché considerati una prelibatezza al livello gastronomico. Tra le colture preferite spiccano il farro, frumento, orzo, panico, fagioli, piselli, ceci, cipolle; di rilievo la presenza del famoso pane con incisioni ad otto spicchi ritrovato in un panificio di Pompei.
Si conservano nell’antiquarium boschese anche fibre tessili in lino, lana, seta, cotone.
La seconda sala
Nella seconda sala vengono mostrati i rinvenimenti archeologici di Boscoreale che ha restituito numerose fattorie e ville dai meravigliosi apparati decorativi: la statua di sfinge dalla villa rustica del fondo Antonio Prisco; alcune vetrine contengono i reperti provenienti dalla Villa Regina, scavata a partire dal 1977, destinata alla produzione del vino con una cella vinaria contenente 18 dolia interrati ed un torcularium con vasca di pigiatura e dolium interrato per la raccolta del mosto. L’attività produttiva era protetta da Dioniso presente sotto forma di bustino marmoreo nel larario della villa. L’impianto risale alla fine del I secolo a.C.
Poco resta della Villa di Publius Fannius Synistor, di cui gli apparati decorativi sono oggi esposti al Metropolitan di New York: esposto al museo il vaso in bronzo con l’iscrizione che reca il nome del proprietario della villa. Stessa sorte per la villa della Pisanella, famosa per il ricchissimo tesoro in gran parte conservato al Louvre di Parigi, di cui restano a Boscoreale in esposizione la Coppa d’Africa, la tazza con trionfo di Tiberio e il bicchiere con scheletri.