Una città da vivere, tra feste tradizionali e cultura
Campagna, comune in provincia di Salerno, è noto soprattutto per una tradizione che affonda le radici nel ‘600 e che ogni anno attira un’enorme quantità di visitatori, ‘a chiena. La rievocazione delle deviazione del fiume Tenza, motivata in passato da ragioni di pulizia della città dalle pestilenze o dal passaggio degli animali da soma, è oggi un appuntamento amato e seguito da tantissimi turisti.
L’appuntamento, organizzato dalla Pro Loco “Città di Campagna” è ora divenuto, prettamente ludico e prevede tra il mese di luglio ed agosto, con la serata conclusiva a ridosso del ferragosto, una serie di eventi di grande divertimento per grandi e piccini. Tra questi un momento di particolare spasso è la secchiata, un’ora di sano ritorno all’infanzia in cui si “lotta” a suon di secchi d’acqua, che viene raccolta dalla strada dove scorre il fiume deviato tra le strade della città artificialmente. E allora tutti a gettarsi acqua a vicenda, come si faceva da bambini giocando ai gavettoni. Insieme all’acqua, si assicura, scivolano via anche i pensieri.
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Ma Campagna non è solo la rievocazione della chiena. Se il turista intende rimanere a gustare delle bellezze artistiche e culturali del paese, non può restare deluso. Musei, chiese, catacombe, natura, ottima cucina, il paese offre moltissimo per un soggiorno di divertimento e cultura. Ci si può affidare per la visita, variegata ed articolata in diversi percorsi all’Associazione Ignis, che insieme alla Pro Loco si impegna per la rivalutazione del territorio che a giusta ragione pretende di essere un volano turistico per la città e per la regione.
L’Associazione Ignis è nata nel 2013 ed è composta da un gruppo di giovani capaci che hanno come obiettivo la valorizzazione di Campagna, promuovendo attività, progetti e programmi a carattere turistico, ambientale, culturale e sportivo.
Girovagando nel centro storico campagnese si rimane colpiti da tanta bellezza e ricchezza in un centro di soli 16000 abitanti ma dall’ampio territorio: stupendi scorci panoramici, il fiume Tenza che scorre a ridosso della Chiesa della Beata Vergine del Carmelo, il cosiddetto “monte tra i monti” per l’imponenza della struttura che si staglia tra i monti che circondano il paese, sede della Confraternita del Monte dei Morti e delle catacombe con gli ossari e gli scolatoi ancora intatti; ma la visita non finisce qui: il castelletto, i palazzi con i meravigliosi cortili come il Chiostro affrescato del Palazzo di Città (ex Convento Agostiniano), le chiese e punti storici di grande interesse, c’è solo l’imbarazzo della scelta.
Particolarmente interessante è la visita al Museo di Interesse Regionale, Itinerario delle Memoria e della Pace, Centro Studi “Giovanni Palatucci”, un eroico benefattore originario di Montella, che ha il merito di aver salvato la vita a tantissimi ebrei istriani inviati nel campo di internamento per civili di Campagna durante la seconda guerra mondiale, salvandoli così dai campi di concentramento nazisti. Per l’interessantissima visita ci si può rivolgere a Michele Aiello, presidente del Comitato Giovanni Palatucci di Campagna e custode del Museo.
All’interno del convento domenicano di San Bartolomeo è allestita una mostra permanente, con installazioni video nella “Sala Emozionale” e pannelli fotografici di grande impatto per le storie e le immagini che raccontano. Si ripercorre l’intera storia della Shoah nell’ex convento domenicano, che fu uno dei 40 “campi del duce” in Italia. Il campo di internamento campagnese poteva ospitare fino a 900 prigionieri e fu scelto dal Duce per la sua posizione arroccata. Vi giunsero centinaia di ebrei stranieri tutti maschi (tranne una sola donna che venne poi trasferita) tra il giugno del 1940 e l’8 settembre del 1943. Molti tra questi ebrei giunsero a Campagna attraverso degli escamotage operati da Giovanni Palatucci, funzionario di polizia all’ufficio stranieri di Fiume, che d’accordo con lo zio Vescovo di Campagna Giuseppe Maria Palatucci riusciva a inviare queste persone nel centro del salernitano. Questa sua eroica attività gli costò la condanna a morte, poi modificata in deportazione a Dachau nel ’44. Morì nel campo di concentramento l’anno successivo, poco prima che venisse liberato.
Attualmente è in corso il processo di canonizzazione, mentre numerosi sono i detrattori della sua opera, attualmente al vaglio storico e documentale, da ultimo il New York Times lo definisce un “collaborazionista fascista”. Ma molte sono le prove che confermano l’attività benefica del Palatucci insieme allo zio Vescovo, come i carteggi con Papa Pio XII in cui si evince l’attività portata avanti dai due a costo della loro stessa vita.
Accanto al Museo è possibile visitare la Chiesa di San Bartolomeo in cui colpisce il crocifisso del Santissimo Nome di Dio, custodito all’interno di una struttura da cui è visibile soltanto la testa, che secondo una leggenda fu trovata in un bosco e che viene portato in processione nel mese di settembre ogni sette anni.
Un luogo assolutamente da visitare, la città di Campagna offre al visitatore ogni tipo di svago per la mente e lo spirito, non manca la cultura e l’ospitalità nel centro, perla del salernitano e dell’intera regione.