Il liquore Strega e la leggenda delle janare beneventane

Un mistero nel nome e negli ingredienti

Benevento città delle streghe e dello Strega, liquore a base di erbe dal colore giallognolo e dal sapore dolce con tinte di camomilla, noce moscata, conifore e cannella. Il liquore è prodotto dalla Strega Alberti sin dal 1860 e prende il nome dalla leggenda della città, ritrovo delle streghe di tutto il mondo.

La leggenda affonda le radici in epoca romana, con la diffusione del culto di Iside a cui Domiziano aveva fatto erigere un tempio in città e che a sua volta era identificata con Ecate e Diana. Si incontrano alcune caratteristiche simili ad Ecate nelle streghe e probabilmente il nome beneventano usato per indicare la strega, janara, discende etimologicamente da Diana.

Gli elementi pagani di questo rito triadico perdurarono anche con la diffusione del cristianesimo, ma fu poi con i Longobardi che si iniziò a collegare alle precedenti tradizioni misteriche questi riti pagani. I Longobardi erano soliti svolgere un rito singolare nei pressi del fiume Sabato in onore di Wotan, padre degli dei, appendendo ad un albero sacro la pelle di un caprone.

Ma di misterioso il liquore Strega non ha solo la leggenda legata al nome ma anche gli ingredienti, tenuti rigorosamente segreti. Quello che è certo è che si tratta di un prodotto naturale ottenuto dalla distillazione di circa 70 erbe e spezie provenienti da tutto il mondo. Tra queste spezie si conosce l’utilizzo della menta, del finocchio e dello zafferano, che da il colore al liquore.

Rientra nella categoria dei digestivi usati dopo i pasti, ottimo liscio o con ghiaccio ed è usato nella preparazione di dolci o di cocktails, ma anche con la frutta o coi gelati. Può essere bevuto anche dai celiaci.

Una curiosità: il più prestigioso premio letterario italiano ancora vigente, il Premio Strega, è stato istituito da Guido Alberti proprietario dell’azienda nel 1947.

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