Rinvenute urne cinerarie e una rara sepoltura infantile
Offrire ai visitatori degli Scavi di Pompei la possibilità di accedere all’area archeologica anche da Porta Nola, in modo da poter avere la possibilità di apprezzare i ritrovamenti rinvenuti nella necropoli antistante e perché, parole del soprintendente Massimo Osanna, “questa è un’area estremamente bella e qui si può percepire il rapporto che esisteva tra il dentro e il fuori della città”.
Insomma spiega Osanna nel corso della presentazione dei risultati dell’ultima campagna di scavi avvenuta all’esterno di Porta Nola che questo “è un momento particolarmente importante per Pompei che sta vivendo un grande fermento per le attività di restauro del Grande Progetto, ma anche per le scoperte che stanno emergendo dalle numerose campagne di scavo”.
Un progetto di “archeologia globale”, per poter così indagare su tutti gli aspetti degli abitanti dell’antica Pompei: “Le indagini in corso a Porta Nola dimostrano che a Pompei non si promuove solo la conservazione dell’area archeologica, ma anche lo studio e la ricerca attraverso collaborazioni interdisciplinari e internazionali che coinvolgono Università e Istituzioni di più paesi e che continua a dare risultati straordinari per l’ indagine e l’approfondimento scientifico” – spiega il numero 1 della Soprintendenza di Pompei.
Nella missione sono stati rimessi in luce il trivio che si dipartiva dalla porta urbica e il piano di calpestio della tomba monumentale a schola appartenuta forse a una sacerdotessa di Cerere. Inoltre sono stati ritrovati frammenti di osso lavorato, che decoravano il letto funebre su cui fu incinerato uno dei defunti e si è portato avanti lo studio dei circa 15 individui morti presso la necropoli di cui furono realizzati i calchi negli anni ’70.
Risultati quelli frutto di una missione congiunta della British School at Rome, de l’Ilustre Colegio Oficial de Doctores y Licenciados en Letras y Ciencias de Valencia y Castellòn – Departamento de Arqueologia, del Museo de Prehistoria e Historia de La Diputación De Valencia, in collaborazione con la Soprintendenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia e che sono state illustrati nel corso della mattinata di giovedì 27 agosto 2015.
Pompei, insomma, non smette mai di stupire. Ed i nuovi ritrovamenti all’interno degli Scavi di Pompei permettono di avere maggiori informazioni rispetto alla caratteristiche fisiche e sociali degli abitanti di Pompei, oltre a far conoscere le abitudini alimentari, lo stile di vita ed i costumi funerari in voga ai tempi degli antichi romani.
LE RICERCHE ALLA TOMBA DI OBELLIUS FIRMUS. La tomba, di cui l’iscrizione ricorda il sontuoso funerale offerto a M. Obellius Firmus, edile e duoviro in età neroniana, fu scoperta e parzialmente indagata negli anni ’70 del secolo scorso; in essa fu ritenuto esserci un’unica sepoltura marcata da una columella marmorea al di sotto della quale fu scavata l’urna cineraria in vetro. Le nuove ricerche del 2015 hanno consentito di rinvenire anche una seconda deposizione all’interno della tomba; l’urna cineraria in ceramica aveva come corredo una moneta di Nerone, databile tra 66 e 69, che offre un indicatore per definire cronologicamente la struttura. Sono stati, inoltre, recuperati oltre 200 frammenti di osso pertinenti al letto funerario, di cui alcuni anche coperti da tracce di una lamina d’oro. Il progetto non si è limitato allo scavo ma anche al restauro del monumento funebre, effettuando la pulizia ed il consolidamento dei settori deteriorati del complesso.
IL RINVENIMENTO DI UNA TOMBA A SCHOLA – area esterna di Porta Nola. Nell’area all’esterno di Porta Nola è stata ripulita la strada basolata e rimesso completamente in luce un monumento funerario di età augustea definito tomba a schola; strutture analoghe sono frequentemente attestate a Pompei e prendono tale nome dalla presenza di un sedile che richiama quelli utilizzati nelle scholae.
LE “SEPOLTURE DEI POVERI” – LA SEPOLTURA DI UN INFANTE – area a ridosso delle mura di cinta. La terza area di scavo ha interessato una fascia di terreno immediatamente a ridosso delle mura di cinta, dove scavi ottocenteschi avevano individuato 36 urne cinerarie. Tradizionalmente, tali tombe vengono interpretate come sepolture “di poveri”. Gli scavi del 2015 permettono di delineare un quadro diverso circa quest’area funeraria, con lo scavo di due urne cinerarie e la sepoltura con copertura di anfore di un infante di tre/sei mesi. Le urne, oltre alle ossa combuste del defunto, contenevano una moneta ed erano accompagnate da unguentari in ceramica che sembrano datare queste tombe in tarda età repubblicana/prima età imperiale.
LO STUDIO DEI CALCHI. Parte integrante del progetto è stato lo STUDIO DEI CALCHI rinvenuti negli anni ‘70 in prossimità della Tomba di Obellio Firmo; lo studio analitico dei calchi ha consentito di determinare età, sesso, patologie e attività degli individui. Anche i dati antropologici, unitamente alla fotogrammetria, alle analisi radiologiche e alla rappresentazione 3D consentiranno di ricostruire le posizioni originali al momento della morte, includendo anche la ricostruzione facciale di alcuni dei soggetti.
Nell’ambito del progetto è prevista la presentazione dei risultati della ricerca sia attarverso l’organizzazione di due mostre che con articoli per la comunità scientifica, di cui il primo uscirà nel 2016 nella rivista di Prehistoria Levantina (APL) pubblicata dal Consiglio provinciale di Valencia.
Le due mostre intendono presentare al grande pubblico vari aspetti del progetto di ricerca: la prima sarà una mostra fotografica che si terrà in Spagna a Valencia nel 2016, in cui verranno esposte fotografie d’epoca e contemporanee relative ad interventi di scavo e di studio dei calchi. Il materiale fotografico storico proviene dall’archivio della Soprintindenza Speciale per Pompei, Ercolano e Stabia, mentre la restante documentazione è stata realizzata da fotografi professionisti nel corso della recente campagna di ricerca.
Al termine del progetto verrà infine organizzata una seconda mostra, orientativamente nell’autunno del 2018, ad ampio spettro che presenterà i risultati delle diverse campagne di studio e ricerca e che dovrebbe essere allestita in Inghilterra.
LE ALTRE CAMPAGNE DI STUDIO. “Altre campagne di studio si stanno conducendo anche alla Necropoli di Porta Nocera, dove sono all’opera i francesi dell’Università di Lille e École française de Rome per le attività di scavo e i tedeschi del Pompeii Sustainable Project con un progetto di conoscenza e conservazione. Il tema della tragedia e della morte a Pompei è dunque particolarmente all’attenzione sia nei programmi di studio che nei progetti di valorizzazione, come nel caso della mostra Pompei e l’Europa. Rapiti alla morte (Sezione dei calchi) dedicato alle vittime dell’eruzione. Nel caso specifico delle necropoli indagate, l’obbiettivo degli studi è quello di approfondire la conoscenza antropologica della popolazione di Pompei, sia per gli aspetti fisici che per gli stili di vita” – ha spiegato Osanna.