
Ogni giovedì i restauratori mostreranno i preziosi interventi di ripristino degli apparati decorativi
La Schola Armaturarum di Pompei torna fruibile dopo importanti lavori di restauro e scavo che ne hanno ridelineato l’originaria funzione. Dopo il terribile crollo del novembre 2010, una nuova immagine di Pompei viene restituita al mondo grazie ai lavori del Grande Progetto Pompei e del direttore generale Massimo Osanna che in questi anni ha saputo organizzare al meglio professionalità diverse che hanno portato avanti con successo i lavori di restauro, scavo, tutela e conservazione delle strutture emerse durante gli scavi del passato.
L’edificio, posto su Via dell’Abbondanza all’angolo con il vicolo di Ifigenia (Regio III, Insula 3, civico 6), fu costruito pochi anni prima dell’eruzione del Vesuvio. La Schola forse era sede di un’importante associazione militare ma la funzione, tuttavia, non è ancora ben chiara; all’interno dell’edificio si ipotizza che avvenissero riunioni e attività ludiche tra i giovani pompeiani che si allenavano alla lotta e alle arti gladiatorie: all’epoca dei primi scavi, infatti, la sua denominazione era anche quella di Schola Armaturarum Juventus Pompeiani. Viste le caratteristiche architettoniche si può ipotizzare che l’edificio potesse fungere da deposito per le armi; al suo interno furono infatti ritrovate le tracce di scaffalature lignee per riporre le armature.
Fino ad ora, l’unico ambiente portato alla luce nel 1915 da Vittorio Spinazzola era stato quello che si affacciava su via dell’Abbondanza mentre i recenti scavi hanno portato alla luce ambienti di servizio, probabilmente magazzini, con all’interno, ancora in situ, anfore contenenti olio, vino e salsa di pesce, prodotti di alta qualità e da servire durante banchetti di rappresentanza. Ricordiamo che la Schola visse un altro momento difficile durante i bombardamenti del 1943, quando la struttura venne irrimediabilmente semidistrutta con la perdita totale e irreparabile di gran parte degli elevati e degli apparati decorativi. I lavori di restauro di Maiuri, tra gli anni 1944 – 1946, ripristinarono integralmente le pareti laterali fino a 9 metri di altezza e portarono alla realizzazione di una copertura in calcestruzzo armato che, proprio il 6 novembre 2010, fu oggetto e forse causa del rovinoso crollo. L’intervento di Maiuri, seppur condotto al fine di riproporre i volumi originari, venne eseguito con materiali che oggi sono totalmente non idonei secondo le moderne regole del restauro.
Nel 2010, le indagini della Procura della Repubblica non rilevarono responsabili del crollo. Probabilmente una serie di concause hanno compromesso le strutture, non ultime le violenti piogge del periodo autunnale, e hanno portato al cedimento del pilastro angolare su cui si impostò il pesante solaio di calcestruzzo armato. Poco dopo il dissequestro dell’area, nell’autunno del 2015, sono iniziati i lavori per la realizzazione della copertura temporanea che ha permesso di comunicare al grande pubblico l’importanza del sito crollato; la nuova struttura, del tutto reversibile e progettata dai tecnici della Segreteria Tecnica del Parco, ha permesso, nel 2016 e con il prezioso supporto dei restauratori di di Ales, società in house al MiBAC, l’avvio degli interventi di recupero degli apparati decorativi della Schola. Inizialmente si è provveduto alla messa in sicurezza delle strutture così da evitare ulteriori danneggiamenti alle parti che si sono conservate; successivamente i tecnici sono intervenuti per recuperare gli affreschi e per ricomporre, in laboratorio, i frammenti superstiti dopo il crollo, oltre a restaurare la pregevole soglia di marmo e mettere in sicurezza il pavimento originario in lavapesto con intarsi marmorei (oggi protetto da tavolato ligneo).
La metodologia applicata nel restauro dei paramenti è quella del tratteggio, una tecnica messa a punto dall’Istituto Centrale del Restauro negli anni ’40 che consiste nell’accostamento di leggerissimi tratteggi verticali a riproporre la policromia originale consentendone il ripristino della perduta unitarietà visiva e, al tempo stesso, la piena riconoscibilità dell’intervento di reintegro.
Ogni giovedì, negli orari di apertura del Parco Archeologico, sarà possibile entrare per visitare la Schola guidati dagli stessi restauratori di Ales.