
Il Parco Archeologico continua a regalare elementi preziosi per la ricostruzione della sua storia quotidiana
La Regio V torna a far parlare di sé e questa volta ci restituisce un frammento di vita quotidiana che sorprende per bellezza e cura dei dettagli. A riaffiorare dai lapilli è un’attività commerciale, un Termopolio, tavola calda, situato nello slargo che fa da incrocio tra il vicolo delle Nozze d’argento e il vicolo dei Balconi che, come annunciato recentemente da Massimo Osanna, è stato finalmente sgombrato dagli strati archeologici. L’impianto risulta parzialmente scavato in quanto collocato lungo uno dei fronti di scavo. Le decorazioni del bancone sono particolarmente ricche, con una bella figura di Nereide su cavallo in ambiente marino da un lato e dall’altro probabilmente la raffigurazione stessa dell’attività che si svolgeva nella bottega, quasi fosse una vera e propria insegna commerciale. Le anfore ritrovate intatte davanti al bancone riflettevano l’immagine dipinta su questo, a formare una sorta di specchio riflesso del lavoro che si svolgeva all’interno dell’esercizio di vendita.
Nel mondo classico, sia greco che romano, il Termopolio, parola che deriva originariamente dal greco ϑερμός “caldo” e πωλέω “vendere”, era destinato alla vendita di bevande non solo calde, secondo l’etimologia della parola, ma anche fredde e di altri generi. Bevande e cibi erano conservati in grandi dolia, giare, incassate nel bancone di mescita in muratura ed erano molto frequentati soprattutto dai ceti medio – bassi perché il prandium, il pranzo, spesso si consumava fuori casa.
A Pompei diversi erano i Termopolii conosciuti, se ne conto circa ottanta, e alcuni dei più importanti, si ricordi quello di Asellina, erano posti su via dell’Abbondanza, la via principale della città.
“Per quanto strutture come queste, siano ben note nel panorama pompeiano – dichiara la Direttrice ad interim, Alfonsina Russo – il rinnovarsi della loro scoperta, con anche gli oggetti che accompagnavano l’attività commerciale e dunque la vita di tutti i giorni, continua a trasmettere emozioni intense che ci riportano a quegli istanti tragici dell’eruzione, che pur ci hanno consegnato testimonianze uniche della civiltà romana”.