L’affresco del Dio Priapo è emerso dagli scavi: nella domus del ritrovamento, scoperti altri preziosi ambienti
Quasi come un fortunato augurio per i nuovi scavi della Regio V di Pompei, ecco emergere per la seconda volta in città una raffigurazione del dio Priapo. Lungo via del Vesuvio, all’ingresso di una ricca dimora, il dio dal fallo eretto emerge dalla coltre di lapillo e dopo la sua prima comparsa nella casa dei fratelli Vettii, ecco che campeggia in questa domus poco distante.
Dio della mitologia greca e romana, secondo buona parte delle fonti figlio di Afrodite e Dioniso, fu osteggiato da Era, gelosa delle relazioni extraconiugali del marito Zeus (padre secondo leggende minori), che gli diede un aspetto grottesco e un fallo spropositato. L’organo genitale, posato su una bilancia secondo le raffigurazioni canoniche o rappresentato singolarmente, non è nuovo nelle pitture antiche. Spesso lo si trova su affreschi, mosaici o fuori da attività commerciali per auspicare benessere, fertilità, abbondanza, buon commercio e non da ultimo per allontanare il malocchio. Il fallo, così come successivamente il corno, aveva e ha valore apotropaico.
La domus, che sta venendo alla luce sempre dagli scavi nella fortunata Regio V, mostra anche altri preziosi ambienti riccamente decorati. Oltre all’affresco del Priapo posto all’ingresso (fauces), è stata trovata una parete con un volto di donna entro un clipeo e una stanza da letto (cubicolo) decorata con una raffinatissima cornice superiore e con due quadretti (pinakes) nella parte mediana, l’ uno con paesaggio marino, l’altro con una natura morta, affiancati da animaletti miniaturistici. Sempre lungo la via del Vesuvio, procedendo verso sud è stata, invece, messa in luce la parte superiore di una fontana/ninfeo, con la facciata rivolta verso l’interno dell’insula, dove probabilmente si apriva un giardino. La superficie finora esposta (parte superiore delle colonne, parte superiore della nicchia e frontone) è rivestita di tessere vitree e conchiglie, che formano complessi motivi decorativi. Al di sopra di una delle colonne è raffigurato un volatile.
Le operazioni in corso rientrano nel più ampio intervento di messa in sicurezza dei fronti di scavo, che delimitano i 22 ettari di area non scavata di Pompei, previsto dal Grande Progetto Pompei e che interesserà circa 3 km di fronti.
“Ricerca, conoscenza (e dunque scavo), tutela e conservazione sono aspetti tutti strettamente connessi e non si possono portare avanti se non in maniera sistemica – ha spiegato il direttore del parco archeologico di Pompei Massimo Osanna. Via di Vesuvio (da cui provengono i nuovi affreschi ), via delle nozze d’argento e via dei balconi, dove in questo momento si concentrano i lavori di messa in sicurezza, sono stati in passato oggetto di crolli ripetuti e perdita di materia archeologica (come il volto di Priapo). Interventi non sistematici fatti a posteriori, quando ormai il danno era avvenuto, hanno tamponato momentaneamente le criticità senza risolverle. Il progetto attuale è invece un imponente intervento caratterizzato da sistematicità e rigore metodologico che risolverà le criticità nel complesso, riprofilando i fronti di scavo per tutta la loro estensione. Le forze messe in campo annoverano per la prima volta a Pompei una nutrita equipè interdisciplinare di professionisti, che vede all’azione quotidianamente archeologi, architetti, ingegneri, geologi e vulcanologi, restauratori. Il team di archeologi inoltre è composto da specialisti nello scavo stratigrafico, paleobotanici, archeozoologi, antropologi fisici, insomma tutte le professionalità che permettono di portare avanti un cantiere di archeologia globale. Per gli affreschi inoltre sono stati coinvolti i professionisti dell’ISCR”.