Piccola isola vulcanica, fonte d’ispirazione per scrittori e registi
Poco più di diecimila abitanti, casette colorate in riva al mare, pescatori intenti a cucire le reti, ristorantini a ridosso della spiaggia, questo e molto altro è Procida, piccola isola della provincia di Napoli.
Il suo territorio comprende anche Vivara con cui compongono le isole Flegree. La punta più alta è Terra Murata, a 90 metri sul livello del mare da cui si gode di un meraviglioso panorama, circondati dall’acqua e dalla lingua di terra che collega le due piccole isole.
Procida è anche l’isola di Arturo, il romanzo di Elsa Morante da cui fu tratto anche un film. Il protagonista del romanzo è un ragazzo che non si era mai mosso dall’isola, ma grazie alla sua passione per i libri di avventura riesce a viaggiare con la fantasia in mondi lontani e fantastici.
Le sue origini vulcaniche sono evidenti nel paesaggio che le caratterizza: la costa è in pietra di tufo, a picco sul mare, con insenature e tracce di antichi crateri. Uno di essi è il verdeggiante isolotto di Vivara.
Storia. Procida ha origini lontane. I primi abitanti furono i coloni greci dell’eubea che la chiamarono Pròkeitai, ovvero prossima a Cuma. Fu scelta dai legionari come luogo di villeggiatura e ribattezzata Perochyta, prendendo il nome da una delle nutrici di Enea che qui venne sepolta.
Durante il medioevo l’isola venne assalita più volte dai saraceni, che la saccheggiarono più volte in quel periodo. Per difendersi dai pericoli che giungevano dal mare i procidani lasciarono le case sulla spiaggia e si rifugiarono a Terra Murata, l’unico punto più alto e difendibile della città. Fu in quel luogo che il Cardinale Innico d’Aragona si fece costruire il suo imponente castello d’Avalos. La cittadella si munì in quel momento di mura bastionate – da cui ne derivò il nome di terra Murata – che si aprivano grazie alla Porta di Ferro.
Da vedere: Callia e Corricella due nuclei urbani dal fascino inimitabile, piccoli borghi marinari dove è possibile mangiare ottimo pesce appena pescato e ammirare i pescatori intenti nel lavorare le reti.
L’abbazia di San Michele Arcangelo dedicata al santo patrono dell’isola, l’unico in grado di mettere in fuga con le sue miracolose apparizioni le navi moresche. Secondo una leggenda per lo spavento e la fretta di fuggire all’apparizione dell’Arcangelo, i pirati gettarono in mare una pesante ancora conservata successivamente nell’abbazia.
Il porto di Marina Grande con un incantevole spiaggia separata dal molo dalla scogliere di Si Lurenza e l’antico palazzo Montefusco detto anche Catena, residenza estiva del re poi trasformata in convento.
Fu in questo porto che soggiornò il poeta francese Alfhonse de Lamartine, autore di un altro celebre romanzo ambientato a Procida “Graziella”, eroina figlia di pescatori. A questa fanciulla è ispirato un costume assai sfarzoso ed appariscente che viene indossato ogni anno dalle giovani procidane in occasione della Sagra del Mare, la festa tradizionale durante la quale si elegge la Graziella, ovvero la procidana che meglio incarna, nelle fattezze fisiche e morali, il personaggio del romanzo di Lamartine.
Marina di Chiaiolella lambita da acque limpide e cristalline è considerata la località turistica per eccellenza dell’isola, certamente la più rinomata con la spiaggia di Ciraccio, che offre stabilimenti balneari, ristoranti, bar e alberghi per i turisti.
La spiaggia del postino, al Pozzo Vecchio, dove sono state girate alcune scene del celebre film con cui massimo Troisi ha dato l’addio al suo pubblico. Acqua limpida e massima tranquillità sono assicurate in un luogo dove sembra che il tempo si sia fermato.
Procida è facilmente raggiungibile dalla terraferma e dall’isola d’Ischia. Dai porti di Napoli, Pozzuoli e Casamicciola partono traghetti e aliscafi che permettono un contatto continuo con il porto della Marina Grande.