I dettagli architettonici degli antichi edifici dove hanno vissuto le nobili famiglie locali
Una passeggiata tra i vicoli di Sorrento per ammirare i dettagli architettonici degli antichi edifici dove hanno vissuto le nobili famiglie locali.
Partendo da Piazza Tasso si può raggiungere via della Pietà. Questa strada, anticamente conosciuta come Vico Bagnagatte e corrispondente al decumano superiore dell’antica pianta urbana, ospita i due più importanti esempi di edilizia civile della città: palazzo Veniero, dalle linee tardo bizantine un po’arabeggianti, e il trecentesco palazzo Correale, d’impianto spagnolo-catalano.
Palazzo Veniero, uno degli esempi architettonici più antichi di Sorrento, è un’opera fondamentale per la storia dell’arte e dell’Italia meridionale. La caratteristica principale del palazzo, restaurato nel 2008, sono le ampie fasce in tufo grigio e giallo che ornano le grandi finestre ad arco, tre per ogni piano. Il motivo decorativo rappresenta un prezioso e raro esempio dell’ architettura arabo-bizantina, che si diffuse in Campania, sia negli edifici religiosi che in quelli civili, tra il XII e XIII secolo. A rendere particolarmente suggestivo Palazzo Veniero sono anche i rosoni in miniatura che si alternano alle finestre, un tempo decorati con maioliche ispano-arabe, di cui una, a forma di scodella, è ancora visibile.
La facciata di Palazzo Correale, invece, si distingue per la presenza di bifore in tufo scuro (finestre tipiche del periodo romano-gotico) di varie forme e disegni, risalenti al XIV secolo. L’edificio, di impianto spagnolo-catalano, apparteneva alla famiglia Correale , il cui stemma, una croce di Sant’Andrea con quattro rosette, è riprodotto sulla cornice del portale detto “a corona” per il suo arco depresso dentro un inviluppo rettangolare con sagome durazzesco-catalane. Nel centro di Sorrento si contano altri cinque esempi di portali di questo genere, tra cui i quelli situati in via dell’Accademia e in via delle Grazie.
Alla famiglia Correale appartenne anche il fabbricato di origini seicentesche, conosciuto come la “Casa Grande al Largo del Castello”, che si trova alle spalle del monumento dedicato al poeta Torquato Tasso, nell’angolo in cui ha inizio Via Pietà. L’iscrizione sul cartiglio marmoreo del portale porta la data del 1768 ma è accertato che già nel XV secolo vi fosse una casa appartenete alla stessa famiglia. Il palazzo è famoso soprattutto per la splendida decorazione in maiolica che riveste il muro del cortile. L’opera fu realizzata alla fine del Settecento dai Chiajese, una delle più famose botteghe di maestri maiolicari napoletani.
Lungo vico Galantario, invece, è possibile ammirare una palazzina quattrocentesca con loggia sorretta da colonne con capitelli decorati agli angoli da foglie d’acanto rovesciate. Si tratta di un raro esempio di architettura dell’età aragonese, che risente dell’influenza dei maestri toscani che operarono a Napoli nella seconda metà del XV secolo.
Lasciandosi alla e spalle Via Pietà , attraversando il Corso Italia, si arriva a via S.Cesareo. Prima della costruzione di Corso Italia era questa la via principale della città. Motivo per cui molte famiglie aristocratiche scelsero di vivere qui, come testimoniato dalla presenza di diversi portali delle antiche dimore nobiliari. Tra questi segnaliamo quelli corrispondenti ai civici 5 e 6 , accanto allo storico Sedil Dominova, e quelli ai numeri civici 61 ed 81, caratterizzati dalla presenza di grosse bugne e di ornamenti che li rendono unici, come il portale seicentesco a bugne alterne di botti e fioroni .
Continuando a passeggiare nel centro storico, basta alzare lo sguardo per ammirare gli antichi balconi a mensole scolpite, tra i quali spicca, a via S. Nicola 11, quello di palazzo Sersale, famoso per essere stata la dimora di Cornelia Tasso. Il famoso balcone, più vicino a forme pugliesi e siciliane anziché napoletane, si distingue dagli altri per il profilo della cornice della soglia con decorazione di ovuli scolpiti. Da notare anche il portale a bugnato e l’atrio dell’edificio, che presenta una volta affrescata con stemmi e trofei militari e iscrizioni del 1615 che ricordano il poeta Torquato Tasso.
Da non perdere anche i portali dei palazzi, disegnati in stile catalano, che si affacciano maestosi su via P.Reginaldo Giuliani, come l’ex palazzo Fasulo al numero civico 16 e il palazzo Mastrogiudice – Sersale al numero 24. Da questi portali, di epoca vicereale e barocca, si accede in maestosi androni e cortili, a volte aperti al pubblico, testimonianza delle antiche dimore della nobiltà locale.