L’asprino de I Borboni, il gusto nuovo della tradizione
Un vino, non uno qualunque, uno dal sapore “stranamente buono”. Un vino, parola di poeta, che “risolleva la molestia del caldo con leggerezza e soavità e apporta benessere e lunga vita…”.
La sua vite cresce e prospera da qualche centinaio di anni, in terra normanna. Si arrampica su rami di pioppi ad altezze non comuni, li dove la vite maritata da “vita” al piccolo principe dei vini; l’asprino.
Assieme a lui, all’asprino, agli inizi del ‘900, in una tenuta, tra Aversa e Lusciano, la famiglia Numeroso, ha iniziato a prendersi cura di queste viti. Da allora, la tradizione del buon asprino è stata tramandata, di generazione in generazione. Ed oggi il testimone è gelosamente custodito nelle mani di due cugini Carlo e Carlo Numeroso.
“Abbiamo riportato alla luce la tenuta di famiglia, restaurato interamente gli interni e gli esterni, ma, la sua anima è immutata – Carlo Numeroso. Di vino si parlava in passato e di vino si parla oggi. Dalle viscere di questo luogo, a ben quindi metri di profondità dove riposano le nostre botti, sino ai piani alti, nelle sale di degustazione, tutto sa di vino. Cosi facendo abbiamo riportato il padrone di casa, ovvero il vino asprino.”
Un vino della tradizione riconosciuto, oltre che per il suo particolare sapore, anche per le sue scenografiche colture, l’alberata aversana.
“Una tradizione antichissima testimoniata, nei nostri vigneti dalla presenza di viti secolari – continua Carlo – un usanza che non va persa ma che deve, se vuol restare viva e presente, progredire e guardare oltre. Per questo, con anni di studi e pazienza, siamo riusciti ad ottenere lo stesso prodotto, lo stesso sapore , le stesse uve, abbassando di qualche metro l’altezza dei vigneti. Un lavoro che ci ha ripagato consegnandoci un vino eccezionale”
Un impegno, quello delle cantine de I Borboni, riconosciuto, recentemente dall’AIS (associazione italiana sommelier) che ha assegnato le 4 viti al Santa Patena 2012.
“La guida AIS Vitae 2016 ci ha onorato di questo importante riconoscimento, legato al nostro prodotto di punta. Questo, come tutti i prodotti di casa Borboni, sono frutto di attentissimi studi ma soprattutto, di una grandissima passione”.
Un lavoro sapiente che ha condotto il vino normanno, nel 1996, ad ottenere il riconoscimento di prodotto Doc.
“Un traguardo importantissimo per tutti noi produttori che ha confermato non solo la qualità di questo prodotto ma che ci ha permesso di dotare il nostro vino di un biglietto da visita prestigioso anche oltre i confini nazionali”
Dalle tavole di casa nostra, infatti, il piccolo principe dei vini viaggia oramai in tutto il mondo.
“Le nostre bottiglie sono oramai su tutte le tavole del Nord Europa, America e Giappone. Segno di grandissimo apprezzamento per questo vino, tutto aversano. Simbolo, anche, di un lavoro ben fatto”.
Nessun buon calice può esimersi dall’assaggiare un sorso di tradizione. Consapevoli che i bianchi accompagnano, di regola, piatti a base di pesce, infrangendo la regola ecco il consiglio; durante un ottimo pasto tutto aversano dal primo, con il classico Scarpariello, alla bufala campana doc, accompagnatevi con dell’ottimo asprino. Tanto tra paesani l’intesa è assicurata.
a cura di Arianna De Martino