Tra i vini DOC del Volturno

Una passeggiata tra i sapori delle vigne

Uno dei prodotti principi di quest’area è il vino, prodotto oggi secondo le tecniche più moderne ma riscoprendo antichi vitigni autoctoni. Nell’area del Volturno sono tre le etichette che hanno ricevuto il riconoscimento di DOC e questo itinerario attraversa i territori in cui vengono prodotti, conducendoci alla scoperta dei sapori e degli odori di questi ottimi vini.

Partiamo dall’area di Aversa, dove viene prodotto uno spumante conosciuto come Asprinio di Aversa, ottenuto da un vitigno dalla coltivazione molto caratteristica, poiché avviene attraverso le cosiddette viti maritate, ovvero impiantate sui tronchi dei pioppi, dove si formano barriere altissime che permettono la raccolta sono tramite l’utilizzo di scale a pioli. L’Aprino di Aversa è così descritto dallo scrittore Mario Soldati: “Non c’è bianco al mondo così assolutamente secco come l’Asprinio: nessuno. Perché i più celebri bianchi secchi includono sempre, nel loro profumo più o meno intenso e più o meno persistente, una sia pur vaghissima vena di dolce. L’Asprinio no. L’Asprinio profuma appena, e quasi di limone: ma, in compenso, è di una secchezza totale, sostanziale, che non lo si può immaginare se non lo si gusta… Che grande piccolo vino!”

La seconda tappa ci porta nell’area del vulcano spento di Roccamonfina dove si produce la DOC più recente del casertano: il Galluccio, che comprende il comune omonimo e diversi comuni circostanti. I vitigni che compongono questo vino sono la falanghina e l’aglianico e si produce sia bianco, che rosso, che rosato.

Ci dirigiamo, infine, nell’area della DOC più antica del Volturno quella di Falerno del Massico, nell’area vulcanica del Monte Massico. Si tratta addirittura del primo vino al mondo ad aver ricevuto il riconoscimento della DOC, un vino bianco ottenuto principalmente da falanghina, mentre nella variante rosso viene prodotto con aglianico e piedirosso. Infine il Massico Primitivo, prodotto sempre in quest’area è un vino strutturato, ottenuto appunto dal primitivo. Si tratta di un vino dalle origini leggendarie, secondo un mito, riportato dal poeta romano Silvio Italico, infatti, “Bacco, sotto mentite spoglie, chiese ospitalità al vecchio Falerno; commosso dalla sua generosità fece nascere sulla pendici del Monte Massico viti lussureggianti”.

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