Quando vivi nella capitale iberica ma senti nell’aria odore di Napoli
Se vai in Spagna – come nel mio caso – precisamente a Madrid, ti capiterà obbligatoriamente di fermarti in una delle miriadi di tabernitas che popolano la capitale spagnola per mangiare una tapas.
Noterete ben presto, che tra gli antipasti sfiziosi proposti in questi tipici locali, non mancano mai le “croquetas de jamon“, ovvero i nostri amati crocchè della tradizione napoletana, anche detti panzerotti, per la loro forma “panzuta”.
Non per niente si dice che i crocchè abbiano natali spagnoli, e che siano giunti in Italia durante la dominazione spagnola nel Regno delle due Sicilie.
Sarebbero in realtà la versione povera delle “croquetas de jamon” (prosciutto), perché nelle case più umili di Napoli del ‘700 si pensò di utilizzare al posto del latte, prosciutto e uova della cucina iberica un elemento più povero: le patate appunto, accompagnate solo da uova sale, pepe e prezzemolo. Tutti gli altri ingredienti come parmigiano, pan grattato e fior di latte, si aggiunsero solo successivamente.
Ma una cosa è certa: i napoletani hanno trasformato questo cibo di antiche origini in uno stuzzichino sfizioso da mangiare passeggiando per strada, all’interno del famoso cuoppo fritto, emblema dello street food partenopeo.
E allora, un poco per golosità, un poco per nostalgia di casa, decido di preparare i miei crocchè madridletani: un mix più leggero e di veloce preparazione tra l’antenato spagnolo e il post moderno Panzarotto dint o’ cuoppo.
Ingredienti
700 gr di patate
2 uova
Pangrattato
Cubetti di formaggio a pasta filante
Sale
Pepe
Preparazione
Lavate e tagliate a pezzi non troppo piccoli le patate. Lessarle nel microonde per pochi minuti e schiacciarle con lo schiacciapatate. La buccia resterà imprigionata all’ interno dello schiacciapatate rendendo il tutto molto più veloce. Condire con sale pepe e i 2 rossi d’ uovo. Amalgamare il tutto per avere un impasto compatto. Prendetene una piccola quantità e date con le mani la tipica forma a cilindro panzuto ponendo all’interno di ognuno un paio di cubetti di formaggio. Passateli uno alla volta nel bianco d’ uovo, nel pangrattato e friggete in olio bollente. Fate grondare su carta assorbente e servire caldi.
A questo punto io provo ad uscire di casa mettendoli dentro a un cilindro di carta e inizio la mia passeggiata. La gente si gira, mi guarda, osserva cosa mangio: “Dove avrà comprato quelle “croquetes”? Dove sta la taverna che te li offre da asporto?
Rispondo: “Mi dispiace cari, dovete arrivare fino alla capitale dell’antico regno, perché a casa mia sono già finiti”!